Arti Superiori: LA SPALLA DOLOROSA (PAIN SHOULDER)
Scritto da Compagnoni il 25 Gen 2012 - 16:32 4324

Con la definizione “sindrome della spalla dolorosa”, non viene precisamente identificata una patologia, bensì un dolore alla spalla che si manifesta tendenzialmente a riposo, spesso irradiandosi al braccio e sempre con una limitazione funzionale dell’arto superiore progressivo e invalidante.

La spalla dolorosa e’ una delle patologie dell’apparato muscolo scheletrico più frequenti dopo la lombalgia e la cervicalgia. Volendo analizzare le cause più frequenti e comuni che determinano l’insorgere di questa patologia, possiamo suddividerle in estrinseche ed intrinseche. Le prime sono processi patologici che hanno la loro manifestazione sulla spalla, ma non trovano in essa l’origine del problema (vedi articolo sull’epicondilite). Le seconde invece sono patologie proprie della spalla e possono essere a loro volta distinte in forme articolari e forme periarticolari.

Forme articolari: sono artropatie a carico delle articolazioni acromionclaveare e glenomerale.

Forme periarticolari: riguardano le patologie a carico dello spazio subacromiale e interessano le borse, i legamenti, le capsule articolari e le strutture tendinee della cuffia dei rotatori.

Le patologie riguardanti la spalla possono avere delle ragioni che risalgono all’evoluzione umana, dalla quale si sono determinate modificazioni anatomiche per far fronte al cambiamento della postura: da arto locomotore ad arto pensile. Da questo si può ben comprendere che per acquisire un’ampia mobilità, l’articolazione scapolo-omerale ha dovuto pagare il prezzo dell’instabilità.

E’ necessario dunque prima di eseguire qualsiasi trattamento fisioterapico ricevere una valutazione ortopedico-specialistica che si baserà su test funzionali, radiografie ed ecografie che rappresentano il primo livello diagnostico, spesso sufficiente ad identificare il problema. Il secondo livello riguarda la risonanza magnetica, per i tessuti molli e la tac per il tessuto osseo. Sarà importante per evitare dubbi e interpretazioni errate, considerare la spalla come un sistema funzionale che comprende la colonna cervicale e dorsale, la scapola, il gomito e il polso.

Presentiamo ora un caso clinico di spalla dolorosa.

Maschio, 32 anni.

Sport praticato: palestra (body building).

Si presenta alla nostra attenzione lamentando un dolore alla spalla da circa 10 giorni ad evoluzione lenta, considerato inizialmente dal paziente come un affaticamento muscolare, riportando blocco completo dell’articolazione scapolo-omerale. E’ stata consigliata in valutazione ortopedica l’esecuzione di ecografia, che ha evidenziato una tendinosi del tendine del sovra spinato, caratterizzato da alterazioni ipoecogene intratendinee, con segni di microlesioni da sfibramento da verosimile sovraccarico funzionale. E’ stata dichiarata anche una verosimile formazione calcifica allo stadio 1 De Palma. Tutto questo è stato confermato dalla successiva RNM che ha evidenziato una sofferenza della spongiosa ossea della testa omerale in corrispondenza del trochide, associata a borsite reattiva subdeltodea. Inviato al trattamento fisioterapico riabilitativo con una quasi completa riduzione del rom articolare e notevole riduzione della funzionalità associata al dolore sia alla mobilizzazione attiva che passiva. Il percorso fisioterapico intrapreso si è avvalso di:

-      Terapia fisica, con diatermia resistiva;

-      Veicolazione trans-dermica con E.D.T.A. e Bromellina;

-      Trattamento manuale dell’articolazione scapolo-omerale con decoaptazioni articolari e mobilizzazione passiva;

-      Trattamento colonna cervicale con pompage e trattamento manuale.

-      Applicazione di Kinesiotaping colonna cervicale e articolazione scapolo-omerale.

Dopo 3-4 sedute, visti i notevoli miglioramenti articolari e la riduzione del dolore, il paziente è stato istruito all’utilizzo di esercizi pendolari di Codman. Nell’arco di 12 sedute il paziente ha ripreso la completa funzionalità dell’articolazione scapolo-omerale e una completa risoluzione del dolore, ovviamente con grande sollievo e soddisfazione. Al paziente è stato consigliato di continuare a domicilio gli esercizi pendolari e sono stati introdotti esercizi di blando rinforzo con teraband.

Conclusioni: come per tutte le patologie dell’apparato osteoarticolare, anche l’articolazione scapolo omerale necessita di una attenta valutazione e una precisa diagnosi per il successo della terapia riabilitativa. Il caso descritto va in questa direzione. Le strategie terapeutiche possono e devono differenziarsi a seconda della patologia, della tipologia di paziente e delle sollecitazioni alla quale l’articolazione scapolo-omerale viene sottoposta.

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